EFRAG: Connettività tra reporting finanziario e reporting di sostenibilità. Impatti, rischi e opportunità nei settori industriali

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Perché questo tema è centrale per CSRD, ESRS e IFRS
Questo articolo prende spunto dalla lettura del Discussion Paper di EFRAG “Connectivity of financial and sustainability reporting”, un documento di ricerca che nasce da un’esigenza pratica: aiutare aziende e lettori dei bilanci a collegare meglio le informazioni di sostenibilità con quelle economico-finanziarie all’interno della reportistica annuale. In altri termini, EFRAG propone un modo più chiaro per far “parlare tra loro” le diverse sezioni dell’Annual Report, riducendo ambiguità e disallineamenti e chiarendo, quando necessario, i confini informativi tra le varie parti del report.
EFRAG precisa che il documento è non vincolante e non costituisce né attività di standard setting ESRS né guida applicativa agli ESRS: l’obiettivo è stimolare il dibattito pubblico e influenzare l’evoluzione del corporate reporting.
Il concetto chiave è la “connettività”: la qualità dell’informazione che permette al lettore di ottenere una visione coerente e completa, costruendo collegamenti chiari tra management report, sustainability statements e financial statements. Questo diventa particolarmente importante quando, ad esempio, un’azienda descrive investimenti o impegni di transizione nel reporting di sostenibilità: chi legge deve poter ritrovare, in modo coerente, le implicazioni nei numeri di bilancio e nelle note, evitando duplicazioni o “zone d’ombra”.
Il tema è diventato urgente perché l’estensione dei requisiti di sustainability reporting rischia, se non governata, di produrre duplicazioni e incoerenze tra sostenibilità e bilancio. EFRAG osserva che rafforzare la connettività e chiarire i confini tra sezioni può ridurre questi problemi e migliorare la coerenza dell’informazione complessiva.
Sostenibilità nel mondo del lavoro: leggere Impatti, Rischi e Opportunità
Per comprendere la sostenibilità in chiave manageriale e industriale, è utile adottare un framework operativo che metta in relazione tre dimensioni: Impatti, Rischi e Opportunità (IRO).
Gli impatti descrivono gli effetti – positivi o negativi – che le attività aziendali generano su ambiente e persone. I rischi rappresentano le minacce per il modello di business derivanti da fattori ESG: fisici, normativi, di mercato o reputazionali. Le opportunità, infine, sono gli spazi di creazione di valore attraverso innovazione di prodotti, processi e modelli operativi, spesso accelerata da tecnologia e cambiamento regolatorio.
Nella pratica, un’analisi IRO diventa più robusta quando la narrazione di sostenibilità, i KPI e gli investimenti dichiarati trovano riscontro e “ancoraggio” nei numeri di bilancio e nelle note, riducendo ambiguità e disallineamenti tra reporting finanziario e di sostenibilità, in linea con la logica di connettività richiamata da EFRAG.
Settore carta e imballaggi: sostenibilità tra risorse, energia e catena del valore
Nel comparto carta e packaging, la sostenibilità è strutturalmente legata all’uso di risorse naturali e all’energia necessaria per trasformarle. Sul fronte impatti, la produzione può risultare emissiva per intensità energetica e per la gestione delle emissioni associate a biomasse. I temi sociali sono altrettanto rilevanti: salute e sicurezza, condizioni di lavoro, sistemi di segnalazione e gestione delle controversie diventano componenti misurabili della performance.
I rischi principali includono rischi fisici, perché eventi climatici estremi possono compromettere disponibilità e prezzo delle materie prime, e rischi di transizione, perché l’aumento dei costi energetici e del prezzo del carbonio può deteriorare marginalità e valore degli asset industriali. In termini finanziari, questo si traduce in maggiore attenzione a test di impairment, capex di efficientamento, volatilità dei costi operativi e continuità delle forniture.
Le opportunità si concentrano sull’efficienza energetica, sulla riduzione dell’intensità emissiva e sulla crescita di domanda per imballaggi riciclati, certificati e progettati per la circolarità. In questo settore, innovazione di prodotto e qualità del dato di filiera sono spesso decisive per differenziarsi e per supportare claim ambientali verificabili.
Servizi IT e consulenza: quando il capitale umano è la principale variabile ESG
Nel settore dei servizi, l’impronta diretta può sembrare limitata, ma l’impatto complessivo emerge chiaramente se si osservano mobilità, infrastrutture digitali e gestione del capitale umano. Gli impatti ambientali sono spesso concentrati nelle emissioni associate a trasferte e commuting, e nella gestione di energia e rifiuti degli uffici e delle dotazioni tecnologiche. Sul piano sociale, diversità, inclusione, sviluppo competenze e retention sono determinanti per la resilienza.
Il rischio più sensibile è reputazionale e riguarda la capacità di attrarre talenti e clienti: le imprese knowledge-based competono anche su credibilità e coerenza tra obiettivi ESG dichiarati e pratiche effettive. Se KPI, politiche HR e governance non risultano credibili o misurabili, l’organizzazione paga in termini di turnover, produttività e posizionamento.
Le opportunità si sviluppano attraverso modelli di incentivazione collegati a obiettivi ESG, strategie di riduzione delle emissioni per dipendente, gestione più efficiente della mobilità e leadership di mercato grazie a trasparenza e qualità del reporting.
Energia e Oil & Gas: misurazione, scenari di transizione e riallocazione del capitale
Nel settore Oil & Gas, la sostenibilità incide direttamente su strategia, valutazione asset e accesso al capitale. Gli impatti sono dominati dalle emissioni, ma anche dalla complessità di consolidamento e perimetro di rendicontazione quando operano filiali e joint venture. La comparabilità tra aziende dipende spesso da scelte metodologiche e perimetri, rendendo essenziale una rendicontazione chiara e coerente.
I rischi di transizione includono volatilità dei prezzi delle commodity, evoluzione normativa e potenziale svalutazione di asset che non risultano compatibili con scenari net-zero. I rischi normativi e di mercato possono comprimere i margini e rendere non sostenibili investimenti storicamente “sicuri”. In parallelo, i rischi fisici possono incidere su continuità operativa e sicurezza delle infrastrutture.
Le opportunità emergono nella riallocazione degli investimenti verso soluzioni a basse emissioni e nella diversificazione del portafoglio: rinnovabili, tecnologie di decarbonizzazione, gas e nuovi prodotti possono aumentare resilienza e capacità di attraversare la transizione.
Banche e assicurazioni: l’impatto indiretto che muove l’economia reale
Nel settore finanziario, l’impatto diretto è relativamente contenuto, ma quello indiretto è sistemico: l’allocazione del capitale determina quali settori accelerano la transizione e quali rimangono bloccati in modelli ad alta intensità emissiva. Qui l’analisi IRO si traduce in metriche di rischio di credito e rischio di mercato, perché rischi fisici e di transizione dei clienti si trasferiscono nei portafogli di prestiti e investimenti.
La sostenibilità diventa quindi un elemento di gestione del rischio (Expected Credit Losses, rating interni, stress test climatici), oltre che un tema di compliance e reputazione. Le opportunità, d’altra parte, risiedono nello sviluppo di finanza sostenibile e prodotti legati a KPI ESG, nella costruzione di portafogli allineati a traiettorie net-zero e nella capacità di misurare e rendicontare l’impronta di carbonio degli investimenti con metodologie solide.
La sostenibilità come motore di competitività e qualità del reporting
L’analisi per settori conferma un punto chiave: la sostenibilità non è un capitolo separato, ma una variabile economica che influenza costi, ricavi, rischi, capitale e licenza sociale a operare. In questa prospettiva, la qualità del reporting – e la sua capacità di collegare strategia, impatti, rischi, investimenti, KPI e risultati economico-finanziari – diventa parte integrante della competitività.
È la direzione indicata anche dal lavoro EFRAG sulla connettività: rendere più leggibili e coerenti le relazioni tra sustainability statement, management report e financial statements per offrire agli stakeholder una vista completa e comparabile delle scelte aziendali.
Per approfondire come applicare il framework IRO al tuo settore e trasformare la rendicontazione in uno strumento di decisione, possiamo supportarti nell’analisi di materialità, nella definizione di KPI, nella costruzione di metriche e collegamenti tra sustainability statement e bilancio, e nella revisione editoriale dei contenuti per una comunicazione tecnica chiara e coerente. Per confrontarti con il team di ecosostenibile.eu e valutare un percorso su misura, contattaci tramite la pagina Contatti del sito o scrivi a info@ecosostenibile.eu