Carbon neutrality sotto esame: il caso Apple WatchBLOGCarbon neutrality sotto esame: il caso Apple Watch

Carbon neutrality sotto esame: il caso Apple Watch

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In queste settimane, anche un gigante tecnologico come Apple è finito sotto la lente per presunti errori di comunicazione ambientale. Un tribunale tedesco ha stabilito che l’affermazione dell’Apple Watch come “carbon neutral” è fuorviante. È un segnale chiarissimo: la sostenibilità richiede trasparenza, non illusioni.

Il verdetto contro l’Apple Watch

Il tribunale regionale di Francoforte ha stabilito che Apple non può più promuovere l’Apple Watch come “prodotto CO₂-neutrale”, in violazione della normativa tedesca sulla concorrenza. La base della condanna? I progetti di riforestazione utilizzati come compensazione non garantivano una neutralità duratura e concreta.

Apple aveva dichiarato di aver ridotto le emissioni del 75% producendo l’orologio e di aver compensato il rimanente 25% attraverso crediti di carbonio provenienti da progetti forestali in Paraguay e Brasile. Tuttavia, il tribunale ha evidenziato che il 75% dei contratti di locazione per quei terreni scadeva entro il 2029, senza garanzie di rinnovo — un periodo ben inferiore alle aspettative: i consumatori si aspetterebbero compensazioni durature fino almeno al 2050, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Le ripercussioni sulla comunicazione ambientalmente responsabile

Apple ha già iniziato a rimuovere gradualmente la dicitura “carbon neutral” dalla sua comunicazione, allineandosi alle nuove regole comunitarie (la direttiva Empowering Consumers for the Green Transition, in vigore da settembre 2026) che vietano simili claim senza solide basi scientifiche. 

L’associazione ambientalista tedesca DUH, promotrice della causa, ha salutato la sentenza come una vittoria contro il greenwashing corporativo. Rilevano l’inadeguatezza dell’uso di monoculture di eucalipti (i cosiddetti “deserti verdi”), che non assicurano biodiversità né stoccaggio a lungo termine del carbonio.

Un allarme per le aziende: promesse misurabili e verificabili

Questa sentenza invia un messaggio inequivocabile: le dichiarazioni ambientali devono poggiare su dati solidi, verificabili e duraturi. Non basta dichiararsi carbon neutral; serve dimostrarlo.

L’Italia, in un contesto simile, può evitare bluff comunicativi puntando su misure credibili, tracciabili e scientificamente fondate.

Il ruolo di ecosostenibile.eu® e della piattaforma eCO₂

L’esperienza insegna: misurare e monitorare i crediti carbonio è essenziale, non solo per denunciare pratiche inadeguate, ma per costruire comunicazioni responsabili.

Con la piattaforma eCO₂, ecosostenibile.eu® offre una dashboard dedicata ai carbon credits, aiutando le aziende a selezionare, verificare e rendicontare compensazioni reali, certificate e durature — strumenti indispensabili contro il rischio greenwashing.

“La credibilità nell’azione per il clima non dipende solo da ciò che le aziende promuovono, ma da come tali promesse vengano misurate e verificate.”

La sentenza contro Apple ci ricorda che la trasparenza non è un optional, ma una condizione indispensabile perché la sostenibilità resti qualcosa di utile e non diventi solo marketing.

Christian Sansoni