È possibile allinearsi alla CSRD rispettando la compliance? Sì.
E farlo nel più breve tempo possibile? Sì, in meno di un’ora.
E senza usare alcuna piattaforma tecnologica, come la nostra eCO₂.
Sono matto a scrivere questo? Per adesso ancora no, e ve lo dimostro.
La CSRD sembra un onere importante per tutte le aziende che rientrano nel perimetro di applicazione, ma è veramente così?
Esaminando il decreto di recepimento e applicazione della direttiva europea potremmo:
Contrassegnare tutti gli ESRS (categorie di impatto) come non materiali, tranne il clima che è obbligatorio (E1)
In E1, basta non usare un report di inventario GHG o ISO e utilizzare invece le emissioni medie del settore, adattate alle dimensioni dell’azienda, dato che l’unico requisito è fornire una risposta e giustificarla, e non garantire accuratezza e robustezza.
Quanto tempo serve a far ciò? Meno di un’ora.
Ci sono rischi in un simile approccio?
I revisori segnaleranno la mancanza di rigore nel loro rapporto
Tale reporting, insieme alla nota dei revisori, sarà pubblico e visibile a tutti
Dipendenti, partner, clienti e potenziali clienti sapranno che l’azienda non prende sul serio i temi ESG, danneggiandone credibilità e relazioni commerciali
Ma non ci sarà ancora multa, perché l’azienda è conforme alla CSRD!
E allora perché tutto questo clamore con il Decreto Omnibus?
Perché la CSRD non è solo compliance, ma è un esercizio di trasparenza!
Il mercato saprà chi prende sul serio la sostenibilità e chi no. E questo ha conseguenze critiche. Non si può rinunciare alla trasparenza in favore della semplicità, deve esserci equilibrio.
La mancanza di tale requisito potrebbe ridimensionare fortemente le ambizioni di sostenibilità in Europa.
Per questo in ecosostenibile.eu® benefit company abbiamo sviluppato eCO₂, per rendere la compliance semplice, e potersi concentrare sulle strategie, sul business, sulla raccolta e l’analisi dei dati e rendere l’azienda leader del settore in cui opera.
Christian Sansoni
