Difesa NATO e Cambiamento Climatico: verso una sicurezza sostenibile?

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Quando adattamento climatico e sicurezza si incontrano nella strategia militare
Guerra e cambiamento climatico sono le due minacce esistenziali del nostro tempo. Possono sembrare distanti, ma in realtà condividono strumenti, logiche e – sempre più spesso – anche budget.
Nel recente vertice tenutosi all’Aia, i rappresentanti della NATO hanno affrontato un tema cruciale: è possibile integrare la sostenibilità ambientale nelle strategie di difesa?
La risposta, sorprendentemente, è sì. E la questione è tutt’altro che provocatoria.
Clima e conflitti: due facce della stessa crisi
L’aumento della temperatura globale ha già intensificato eventi estremi come incendi, inondazioni e siccità. In Europa, queste catastrofi stanno raggiungendo una frequenza tale che i governi sono sempre più costretti a mobilitare le forze armate per scopi civili, come il soccorso e la gestione dell’emergenza climatica.
Non si tratta di un’eccezione, ma di una nuova normalità.
La NATO e le forze armate dei suoi membri hanno ufficialmente riconosciuto che il cambiamento climatico è un rischio per la sicurezza nazionale. Minaccia la stabilità delle infrastrutture militari, rende più difficili le operazioni e genera instabilità in molte regioni del mondo.
Tecnologie pulite anche per la difesa
Sempre più spesso, le stesse tecnologie progettate per la decarbonizzazione civile trovano applicazione in ambito militare. Questo non solo aumenta l’efficienza energetica, ma rende le forze armate più resilienti e indipendenti.
Esempi concreti:
Basi militari alimentate da energie rinnovabili, autosufficienti e protette da blackout o attacchi alla rete elettrica
Riciclo dell’equipaggiamento militare, che riduce rifiuti pericolosi e dipendenza da fornitori esteri
Riduzione dell’impronta carbonica attraverso sistemi di trasporto e logistica meno energivori
La sostenibilità, in questo contesto, diventa anche vantaggio operativo e strategico.
Difesa civile e cooperazione internazionale
L’aspetto forse più interessante è il crescente ruolo delle forze armate nella gestione delle crisi ambientali. La NATO sta pianificando nuove esercitazioni specifiche, come quella in programma a settembre in Bulgaria, che simulerà un terremoto seguito da eventi meteorologici estremi.
L’obiettivo è rafforzare la cooperazione tra attori civili e militari, garantendo una risposta più coordinata ed efficace alle emergenze ambientali.
Decarbonizzazione delle forze armate: un obiettivo realistico?
Sulla carta, i bilanci della difesa non includono voci legate all’adattamento climatico. Ma nella realtà, la decarbonizzazione militare è già in corso, anche se spesso mascherata da voci tecniche o “non convenzionali”.
È vero, un’arma non potrà mai essere carbon neutral. Ma le vite salvate e la capacità di risposta a crisi ambientalinon si misurano in tonnellate di CO₂.
Christian Sansoni
