EUDR: l’entrata in vigore slitta di un anno per problemi ITBLOGEUDR: l’entrata in vigore slitta di un anno per problemi IT

EUDR: l’entrata in vigore slitta di un anno per problemi IT

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Un passo indietro per la lotta globale alla deforestazione

La Regolamentazione europea per i prodotti “deforestation-free” (EUDR) rappresenta il primo quadro normativo unitario per contrastare la deforestazione a livello globale. Un tassello cruciale della strategia europea per la sostenibilità, che impatta non solo il mercato interno ma anche le catene di approvvigionamento mondiali.

Eppure, a pochi mesi dall’entrata in vigore ufficiale, la Commissione Europea sta valutando di posticipare di un altro anno l’applicazione del regolamento. A far scattare l’allarme è stata una lettera della Commissaria Jessika Roswall, indirizzata al Parlamento Europeo, che solleva un problema tecnico: il sistema informatico centrale (IT system) non sarebbe in grado di gestire il carico di transazioni previsto.

La “scusa” del sistema IT: il nodo sollevato dalla Commissione

Nel documento ufficiale si legge che il sistema informatico – necessario per registrare gli operatori economici, gestire le Due Diligence Statements e fornire dati doganali – rischia di rallentare fino a livelli inaccettabili, con possibili blocchi prolungati. Le cause principali:

  • Numero di operazioni superiore alle stime iniziali, con picchi di interazioni tra operatori e piattaforma.

  • Obblighi stringenti per gli operatori a valle, che hanno complicato i flussi nonostante i tentativi di semplificazione.

  • Elevato volume di piccoli pacchetti importati nell’UE, che aumenta la complessità delle verifiche.

  • Tempi di risposta delle autorità competenti agli operatori che inviano i dati.

Il rischio, secondo la Commissione, è che l’inefficienza del sistema blocchi l’intero processo, impedendo agli operatori di adeguarsi in tempo e di presentare la documentazione richiesta.

Le reazioni: tra imbarazzo e pressioni politiche

Senza mezzi termini la motivazione suona “imbarazzante”, specie per un’Europa che ambisce a diventare la “Silicon Valley verde”. Le aziende che hanno investito milioni per adeguarsi rischiano ora di trovarsi in un limbo normativo, senza certezze sulle tempistiche.

A destare ulteriore perplessità è la reazione politica: subito dopo l’annuncio di Roswall, il Partito Popolare Europeo (PPE) ha diffuso un comunicato in cui accoglie positivamente il rinvio. Un segnale che sembra evidenziare il peso delle lobby, capaci di influenzare in modo evidente le decisioni comunitarie.

Cosa succede adesso

Il prossimo passo sarà la redazione di una mozione di posticipo e la successiva votazione in Parlamento Europeo. Solo allora si saprà se il rinvio diventerà ufficiale.

Nel frattempo, le imprese che hanno già investito nella conformità alla EUDR devono scegliere se restare proattive, mantenendo alto il livello di compliance, o se attendere che la normativa si riallinei alle nuove tempistiche.

La posizione di ecosostenibile.eu

Come benefit company, ecosostenibile.eu ribadisce il proprio impegno a supporto delle aziende che agiscono per il bene comune a lungo termine, indipendentemente dalle scadenze politiche o tecniche. Attraverso la piattaforma eCO2, continuiamo ad accompagnare le imprese che investono in progetti concreti di sostenibilità, perché la transizione ecologica non può aspettare i rallentamenti della burocrazia.

Un passo indietro per la lotta globale alla deforestazione

La Regolamentazione europea per i prodotti “deforestation-free” (EUDR) rappresenta il primo quadro normativo unitario per contrastare la deforestazione a livello globale. Un tassello cruciale della strategia europea per la sostenibilità, che impatta non solo il mercato interno ma anche le catene di approvvigionamento mondiali.

Eppure, a pochi mesi dall’entrata in vigore ufficiale, la Commissione Europea sta valutando di posticipare di un altro anno l’applicazione del regolamento. A far scattare l’allarme è stata una lettera della Commissaria Jessika Roswall, indirizzata al Parlamento Europeo, che solleva un problema tecnico: il sistema informatico centrale (IT system) non sarebbe in grado di gestire il carico di transazioni previsto.

La “scusa” del sistema IT: il nodo sollevato dalla Commissione

Nel documento ufficiale si legge che il sistema informatico – necessario per registrare gli operatori economici, gestire le Due Diligence Statements e fornire dati doganali – rischia di rallentare fino a livelli inaccettabili, con possibili blocchi prolungati. Le cause principali:

  • Numero di operazioni superiore alle stime iniziali, con picchi di interazioni tra operatori e piattaforma.

  • Obblighi stringenti per gli operatori a valle, che hanno complicato i flussi nonostante i tentativi di semplificazione.

  • Elevato volume di piccoli pacchetti importati nell’UE, che aumenta la complessità delle verifiche.

  • Tempi di risposta delle autorità competenti agli operatori che inviano i dati.

Il rischio, secondo la Commissione, è che l’inefficienza del sistema blocchi l’intero processo, impedendo agli operatori di adeguarsi in tempo e di presentare la documentazione richiesta.

Le reazioni: tra imbarazzo e pressioni politiche

Senza mezzi termini  la motivazione suona “imbarazzante”, specie per un’Europa che ambisce a diventare la “Silicon Valley verde”. Le aziende che hanno investito milioni per adeguarsi rischiano ora di trovarsi in un limbo normativo, senza certezze sulle tempistiche.

A destare ulteriore perplessità è la reazione politica: subito dopo l’annuncio di Roswall, il Partito Popolare Europeo (PPE) ha diffuso un comunicato in cui accoglie positivamente il rinvio. Un segnale che per Sansoni evidenzia il peso delle lobby, capaci di influenzare in modo evidente le decisioni comunitarie.

Cosa succede adesso

Il prossimo passo sarà la redazione di una mozione di posticipo e la successiva votazione in Parlamento Europeo. Solo allora si saprà se il rinvio diventerà ufficiale.

Nel frattempo, le imprese che hanno già investito nella conformità alla EUDR devono scegliere se restare proattive, mantenendo alto il livello di compliance, o se attendere che la normativa si riallinei alle nuove tempistiche.

La posizione di ecosostenibile.eu

Come benefit company, ecosostenibile.eu ribadisce il proprio impegno a supporto delle aziende che agiscono per il bene comune a lungo termine, indipendentemente dalle scadenze politiche o tecniche. Attraverso la piattaforma eCO2, continuiamo ad accompagnare le imprese che investono in progetti concreti di sostenibilità, perché la transizione ecologica non può aspettare i rallentamenti della burocrazia.

Christian Sansoni