Omnibus approvato in Plenaria: cambia l’architettura della sostenibilità UE

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Semplificazione al traguardo: perimetro CSRD ridotto, ESRS alleggeriti e impatti sulla CSDDD. Meno oneri, ma il mercato chiede dati credibili e KPI misurabili: la differenza la farà la volontarietà ben governata.
Bruxelles, 16 dicembre 2025 — Il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria l’accordo Omnibus sulla semplificazione della normativa in materia di sostenibilità. Il via libera chiude dieci mesi di negoziati e apre la fase di attuazione affidata alla Commissione Europea, con effetti diretti su CSRD, ESRS e, in parallelo, sull’impianto della CSDDD.
Nel corso del processo non sono mancati contraccolpi: posti di lavoro persi, rallentamenti operativi e difficoltà per molte aziende che avevano investito in anticipo su CSRD e CSDDD. Un impatto raramente riconosciuto nel dibattito pubblico, ma concreto nelle filiere.
La “semplificazione” era richiesta da più parti. Nella pratica, però, il confronto politico si è spesso ridotto a slogan, sfociando in un alleggerimento che rischia di trasformarsi in deregulation: perimetro della CSRD drasticamente ridotto, eliminazione dei piani di transizione obbligatori e cancellazione della responsabilità civile in alcune fattispecie. Il risultato è un quadro più snello, ma anche meno profondo sul piano informativo.
La credibilità dell’UE, agli occhi di molte imprese, ne esce affaticata. È verosimile attendersi un approccio più difensivo alle regole europee e una minore proattività, con possibili riflessi sulla competitività nel medio periodo. Al centro resta l’equivoco di fondo: leggere la sostenibilità come costo anziché come leva di gestione del rischio, efficienza e accesso ai capitali.
C’è tuttavia uno spazio positivo. Con un obbligo normativo più leggero, la differenza la farà la volontarietà ben governata: obiettivi chiari, KPI misurabili, piani credibili e risultati verificabili. Non basterà “fare il compitino”; servirà dimostrare valore agli stakeholder—banche, clienti, investitori—con dati solidi e comparabili lungo la catena del valore.
Per le aziende, le priorità operative sono tre: verificare l’effettiva inclusione nel nuovo perimetro, riallineare il piano dati e i presidi di governance ai futuri ESRS semplificati, e mantenere una disclosure “utile e difendibile” anche oltre il minimo legale, soprattutto su clima, rischi fisici/di transizione e filiera.
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