Report di Sostenibilità: l’UE Semplifica gli ESRS con un Taglio del 70% dei Dati

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Un cambio di rotta per il report di sostenibilità
Negli ultimi anni il report di sostenibilità è diventato sempre più complesso: dati da raccogliere, indicatori da monitorare, obblighi da rispettare. Per molte aziende, soprattutto medio-grandi, la rendicontazione ESG è diventata un esercizio di compliance più che uno strumento strategico.
In questo contesto arriva la svolta dell’Unione Europea: l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG)ha pubblicato la proposta finale di revisione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) con un obiettivo chiaro: semplificazione ESRS e riduzione degli oneri di reportistica.
Questa revisione segna un momento cruciale nel panorama normativo europeo e punta a un approccio più pragmatico alla sostenibilità, concentrato su ciò che è davvero materiale e utile per gli stakeholder.
ESRS Semplificati: cosa cambia davvero
La revisione proposta da EFRAG non è un semplice ritocco tecnico: riguarda l’ambito di applicazione, il volume dei dati richiesti e l’approccio alla doppia materialità. Vediamo i passaggi chiave della semplificazione ESRS.
Un taglio drastico: oltre il 70% dei dati in meno
La novità più evidente è la riduzione dei dati richiesti per il report di sostenibilità. I nuovi ESRS proposti eliminano oltre il 70% dei punti dati totali, grazie a:
una riduzione del 61% dei dati obbligatori
l’eliminazione completa di tutte le informative volontarie
Questo sposta l’attenzione dalla quantità alla qualità delle informazioni. L’obiettivo è applicare un “filtro più forte sulla rilevanza e sulla corretta presentazione” (fair presentation), con standard:
più brevi
più chiari
meno centrati sulla pura compliance
In pratica, le aziende sono incoraggiate a comunicare informazioni veramente utili e materiali, trasformando un obbligo burocratico in uno strumento di trasparenza strategica.
Meno aziende coinvolte: fino al 90% potrebbe essere escluso
Un altro cambiamento significativo riguarda il perimetro della direttiva CSRD. L’UE sembra orientata ad alzare le soglie per l’obbligo di rendicontazione, includendo solo le aziende con:
almeno 1.750 dipendenti
450 milioni di euro di ricavi
Se confermata, questa modifica potrebbe escludere fino al 90% delle aziende originariamente coperte dalla CSRD. Il risultato è un perimetro normativo più ristretto, pensato per concentrare gli sforzi sulle realtà economiche di maggiori dimensioni e ridurre la pressione regolatoria su migliaia di imprese.
Doppia materialità: addio al “mal di testa” della DMA
L’analisi di doppia materialità (Double Materiality Assessment, DMA) è stata fin dall’inizio una delle aree più complesse per le aziende. La revisione degli ESRS interviene proprio qui, con l’obiettivo di “evitare sforzi amministrativi inutili”.
Le principali semplificazioni sono:
Guida più chiara e meno documentazione richiesta
Migliore allineamento con le aspettative degli auditor
Possibilità di adottare un approccio più top-down e strategico
Elenco semplificato dei temi da considerare
Regole più semplici per valutare l’effetto di azioni di mitigazione e prevenzione
Chiarimento che non è necessario ripetere ogni anno un’analisi completa, salvo cambiamenti rilevanti
Per le aziende questo significa meno complessità metodologica e più possibilità di focalizzarsi su temi davvero materiali rispetto al proprio modello di business.
Meno pressione sulla catena di fornitura
La raccolta di dati lungo la catena del valore è sempre stata una delle sfide più difficili per chi si occupa di report di sostenibilità. I nuovi standard attenuano questa pressione eliminando la preferenza per i dati diretti dai fornitori.
Le aziende potranno quindi:
fare maggiore ricorso a stime ragionevoli
evitare processi di raccolta dati eccessivamente gravosi presso fornitori e partner
È un passo pragmatico, che riconosce la complessità delle catene di fornitura globali e rende più gestibile il percorso di allineamento agli ESRS.
Proporzionalità: il principio di “costo o sforzo indebito”
Una delle innovazioni più importanti è l’introduzione esplicita del principio di proporzionalità. Le aziende dovranno rendicontare sulla base di:
“informazioni ragionevoli e supportabili, disponibili senza costi o sforzi indebiti” (without undue cost or effort).
In pratica:
le informazioni dovranno essere sostenibili anche dal punto di vista operativo
sono previsti periodi di transizione (phasing-in) per le informative più complesse
Questo offre un margine di flessibilità fondamentale: le risorse possono essere concentrate dove l’impatto e la rilevanza sono maggiori, senza essere bloccati da requisiti eccessivi rispetto alle reali capacità aziendali.
Più interoperabilità con gli standard globali (ISSB)
In un contesto globale, l’allineamento tra standard è essenziale per chi opera su più mercati. La semplificazione ESRSpunta anche a una maggiore interoperabilità con gli standard ISSB (International Sustainability Standards Board).
Ciò si traduce in:
informative più facilmente allineabili tra ESRS e ISSB
maggiore coerenza nella definizione del perimetro delle emissioni GHG
disposizioni simili per la valutazione degli impatti finanziari della sostenibilità
Per le multinazionali è un vantaggio concreto: diminuisce il rischio di dover produrre report duplicati o incoerenti tra loro.
Obiettivo dichiarato: equilibrio tra competitività e Green Deal
Alla base degli ESRS semplificati c’è una filosofia chiara: non si tratta di allentare gli obiettivi climatici, ma di riconoscere la necessità di un equilibrio tra:
competitività delle imprese europee
ambizioni del Green Deal
Come ha sottolineato Patrick de Cambourg, Presidente dello Sustainability Reporting Board (SRB) di EFRAG, l’obiettivo è:
sostenere la competitività
ridurre gli oneri non necessari
preservare la leadership dell’UE nella finanza sostenibile
rafforzare fiducia e trasparenza nel lungo periodo
La direzione è quindi quella di una regolamentazione più intelligente, non meno ambiziosa.
Conclusione: cosa significa per il futuro dell’ESG?
La proposta di semplificazione ESRS rappresenta un cambiamento profondo nel modo in cui l’UE immagina il report di sostenibilità: da framework estremamente dettagliato a quadro più snello e mirato, centrato su:
materialità
utilità delle informazioni
proporzionalità degli sforzi
I prossimi passaggi prevedono che:
la Commissione Europea prepari un Atto Delegato per aggiornare ufficialmente il primo set di ESRS
l’EFRAG supporti l’implementazione con guide pratiche, Q&A e materiali formativi
l’ESRS Knowledge Hub diventi il punto di riferimento per aziende e professionisti
Per le imprese, questa evoluzione è un’opportunità per:
integrare la sostenibilità in modo più strategico e meno burocratico
ripensare il report di sostenibilità come uno strumento di dialogo con investitori, clienti e stakeholder
evitare di disperdere energie su dati poco rilevanti e concentrarsi su ciò che fa davvero la differenza.
La domanda finale resta aperta:
questa mossa renderà la reportistica di sostenibilità più significativa o rischia di diluirne l’impatto?
È il momento, per le aziende, di prepararsi a questo nuovo scenario e ripensare il proprio approccio alla rendicontazione ESG in chiave più strategica.